Mons. Pio, durante la sua vita, ha goduto di una relativa celebrità, in quanto vescovo e ricercato oratore sacro, egli è stato più volte fotografato, soprattutto in occasioni ufficiali.

Non ci risulta che si sia messo in posa per un dipinto od una scultura.

Ci sono molte foto di Mons. Pio distribuite fra le varie pagine del sito, le più importanti, per comodità dei visitatori, sono state raccolte nella galleria Mons.Pio.

In questa pagina verranno raccolte le opere d’arte (pitture, sculture) che hanno per soggetto Mons. Pio e che, si noti bene, sono state tutte realizzate dopo la morte di Mons. Del Corona, talvolta da artisti che non lo hanno conosciuto di persona.

 

 

 

Procediamo in ordine cronologico.

Amalia Duprè (1842-1928), figlia del grande scultore Giovanni Duprè, grande amica, come suo padre, di Mons. Pio, ha scolpito due medaglioni con il profilo di Mons. Del Corona: uno si trova nel Duomo di San Miniato (1920), l’altro nella cripta del Monastero (1925), dove è sepolto lo stesso Mons. Pio.

Il ritratto più conosciuto di Mons. Del Corona, in un certo senso il ritratto ufficiale, è stato dipinto da un domenicano della Provincia Romana, il Padre Raimondo Minocchi (1872 - 1942), che aveva frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Firenze.

Pur gravato da impegni all'interno dell'Ordine Domenicano (è stato più volte Priore in vari conventi), il P. Minocchi ha coltivato il suo talento dipingendo soggetti sacri in chiese, conventi, oratori, case private.
Uno dei generi da lui praticato è stato il ritratto di frati domenicani, e proprio per questo è stato scelto dal P. Innocenzo Marini (un domenicano confessore alle suore) per dipingere un ritratto di Mons. Del Corona in occasione del trentesimo anniversario della morte.
Ecco come lo stesso Padre Marini, in un documento presente nell'Archivio del Monastero, descrive il quadro: "E' una figura di grandezza naturale, in piedi, vestito del suo bianco abito vescovile.
Su uno sfondo caldo, soffice, di un colore indefinibile, ma che armonizza simpaticamente col colore pastoso delle morbide lane dell'abito, spicca la grande figura slanciata del Servo di Dio, che guarda con i suoi occhi vivi e dolci; e dalla sua bocca nobile atteggiata a quello squisito sorriso tutto suo, pare che stia per uscire una di quelle sue frasi che rivelano il genio e il Santo.
Anche quella sua carnagione rosea e fresca che serbò finché la sua robustissima fibra non fu vinta dal male che l'uccise, è stata ritratta dall'artista mirabilmente".
E suor Caterina Barbini scrive nella Cronaca del Monastero: "Oggi 10 giugno 1941 abbiamo avuto il prezioso regalo, ne siamo rimaste entusiaste e specialmente le più anziane che lo hanno conosciuto e che hanno trattato con lui più da vicino".


Incoraggiata dallo stesso mons. Pio, nel 1881, a San Rocco (piccolo borgo vicino a Larciano, diocesi di San Miniato, provincia di Pistoia), si era insediata una comunità di religiose appartenenti alla congregazione delle Suore Domenicane di Santa Caterina da Siena.
Le suore si dedicavano all'educazione dei bambini, e, dal 1886, anno in cui venne istituita la Parrocchia di San Rocco, aiutavano il Parroco nel suo ministero pastorale.


La chiesa di San Rocco a Larciano nel 1884


Mons. Pio visitava di tanto in tanto le suore ed era molto amato, tanto che il suo ricordo venne trasmesso anche alle suore che non lo avevano conosciuto di persona.
Fra queste suor Filippina Bigazzi, che si dilettava di pittura ed aveva un fratello sacerdote domenicano; nel 1950, trentotto anni dopo la morte di Mons. Del Corona, la suora ne dipinse un ritratto basandosi su una fotografia in bianco e nero, il quadro è rimasto nella casa delle suore fino alla sua chiusura nel 2010, anno in cui fu da loro donato alle suore "figlie di Mons. Pio", che da allora lo custodiscono nella loro sede di via Bolognese a Firenze.


 

 

 

A sinistra il ritratto dipinto da suor Filippina e a destra la foto cui si è ispirata

In occasione del primo centenario della nascita (1837-1937), a Livorno, c’erano state le prime proposte per onorare con un busto il livornese Mons. Pio; alcuni avrebbero voluto la statua all’interno del Duomo, ma la proposta fu accantonata, fino a quando, dopo un ventennio, si decise di collocare un busto in bronzo all’interno della chiesa allora tenuta dai domenicani.

E così il 2 marzo 1958 fu inaugurato, nella chiesa livornese di S.Caterina, un busto in bronzo (modello in gesso dello scultore locale Cesare Tarrini, fonditura in bronzo di Guiggi); la lapide retrostante reca la scritta: A PIO ALBERTO DEL CORONA, VESCOVO, UOMO DI SANTA VITA, ORATORE E SCRITTORE INSIGNE, I LIVORNESI, 2 MARZO 1958.

La chiesa livornese di S.Caterina e il busto in bronzo di Mons. Pio



In occasione dell’anno di giubilo 2001-2002, proclamato per festeggiare il 130° anniversario della nascita della congregazione (1872-2002), l’artista Galeazzo Auzzi si è cimentato in un nuovo ritratto di Mons. Pio, che è ora custodito all’entrata della cripta dove è custodita la salma dello stesso Mons. Del Corona.

 

 

Estendendo il discorso alle onorificenze non-artistiche, si devono menzionare due iniziative della città natale di Mons. Pio, Livorno. Il 26 settembre 1926 fu inaugurata una lapide commemorativa posta sulla facciata del palazzo dove nacque Mons. Del Corona.

La cerimonia in cui fu inaugurata la lapide sulla casa natale di Mons. Pio

Durante la seconda guerra mondiale il palazzo crollò a causa dei bombardamenti, ma la lapide miracolosamente rimase intatta e, dopo la ricostruzione dell’edificio, fu ricollocata al suo posto, accompagnata da una seconda lapide che ricorda la vicenda:
QUESTA LAPIDE RICUPERATA TRA LE MACERIE DELL’IMMOBILE DISTRUTTO DA AZIONI DI GUERRA VENNE RICOLLOCATA DALL’AMMINI.NE COMUNALE IL 15 MAGGIO 1957 SULL’EDIFICIO RICOSTRUITO.


La lapide che ricorda la nascita di Mons. Pio: come era prima della guerra sull’edificio originale
e come si presenta dopo la ricostruzione dell’edificio

Un anno dopo la lapide, sempre a Livorno, fu intitolata a Mons. Pio una via.