Il vescovo domenicano di Assisi, Ambrogio Luddi, amico di Mons. Pio e da lui designato come successore nell’incarico di Direttore Spirituale delle Suore, che aveva ben conosciuto la Madre Elena, ne scrisse questo profilo spirituale.

Incomincia a vivere morendo. Così fu di Suor Pia Elena Bruzzi vedova Bona­guidi, Domenicana, Priora del Convento dello Spirito Santo di Via Bolognese presso la Pietra a Firenze.

Anima cara, intelligente, energica, franca, disinvolta, nella sue qualità di Sposa, di Madre, di Religiosa, ebbe qualche somiglianza con S. Giovanna di Chantal, di cui fu devota ammiratrice.

Di squisito sentire, di giuste vedute e di sicuro indirizzo, sembrò nata al comando.

Associata per disposizione divina all'opera egregia e sapiente di Monsignor Pio Del Corona, nella fondazione e governo del nuovo Asilo [Monastero, n.d.r.] di Suore Domenicane Insegnanti, vi portò tal prudenza, senno ed operosità da meritarsi ben presto la venerazione e la piena fiducia del degnissimo Presule [Mons. Pio, n.d.r.], che in Lei vedeva la donna forte della Scrittura.


La stima illimitata delle figlie [le suore, n.d.r.] e la fede con la quale incontrava e superava le più gravi difficoltà, la devota affezione e ammirazione di chi la conobbe e i progressi continui della casa sorta con sì buoni auspici e speciale provvidenza, l'additarono come suscitata da Dio a promuoverne la gloria e a la­vorare con gran frutto alla salute delle anime.


Nell'ufficio delicato e difficile di Superiora si faceva tutta a tutte, amava con tenerezza, prevedeva i bisogni; e, se a promuovere e a tutelare la disciplina era obbligata al rigore, traspariva dai suoi atti tanto affetto e tanto desiderio del bene, che raddrizzava senza rompere, edificava senza distruggere; raro segreto, ma indispensabile ad ottenere buoni risultati.

Da questo l'avere Ella costantemente tenuta una tal carica fino alla morte, per desiderio del Santo Fondatore e l'unanime voto delle Suore.

Le doti personali e i doni avuti dal Cielo, le acquistarono tanta stima anche fuori del Monastero, che non poche anime ricorsero a lei per consiglio, per incoraggiamento, per impulso a virtù.



Ma quel che più rese degna di ammirazione e di lode la Madre Pia Elena, fu la for­tezza eroica e giuliva e la calma disinvolta con che sopportò le molte tribolazioni e i grandi dolori di cui la sua vita fu intrecciata.

Era bello spettacolo il vederla rassegnata sempre alla sua Croce, specialmente negli ultimi tre anni di Calvario, trascorsi a letto; da dove sorridente pronunziava belle e buone cose, dava consigli sapienti, seguitava a reggere la Comunità con lucidezza sorprendente di idee e pronunciava piacevoli e innocenti arguzie.

Col corpo sfinito e trasfigurato dal morbo, ma con uno spirito sempre giovane, Ella quasi combatteva fra il desiderio di unirsi al suo Dio, il cui possesso beato Lei vedeva raggiunto dal Venerato suo Padre, e quello di vivere ancora in mezzo alle care e dilette sue figlie.

 

Ma Dio, quando la vide ben purificata e ricca di meriti, la volle con sé.
Allietata dal Pane degli Angeli [l’Eucaristia, n.d.r.], dalla benedizione del Pontefice e del Generale dell'Ordine Domenicano e da tutti i conforti religiosi, fu tolta con pietosa miseri­cordia dalla sua Croce e introdotta (come si spera) nel gaudio.

Il dì 16 Agosto 1913, a 78 anni di vita, un anno e un giorno dopo la morte di Mons. Pio Del Corona, che Ella tanto santamente amò e venerò.